Artista eclettico, William Klein è passato dalla pittura alla fotografia al cinema, sempre con un’attitudine personale e anticonformista
William Klein, nato a New York nel 1926 è fra i fotografi più influenti della nostra epoca. Arrivato in Europa con l’esercito americano durante la seconda Guerra Mondiale, dopo la guerra si iscrive alla Sorbona di Parigi per studiare scultura e pittura astratta con Fernand Léger. Nello stesso periodo si avvicina alla fotografia per documentare i suoi progressi artistici utilizzando una Rolleiflex (come quella utilizzata da Vivian Maier) che aveva vinto a poker quando era ancora sotto le armi.
L’incontro che gli cambia la vita però è quello con Alexander Liberman, l’art director di Vogue che ne intuisce il talento e lo invita a tornare a New York per collaborare con la famosa rivista. È così che in breve tempo Klein raggiunge una certa notorietà sia come fotografo di moda sia per i suoi reportage di street photography di cui è considerato uno dei pionieri.
La moda è entrata nella mia vita per caso. Lieberman aveva visto una mostra che avevo fatto e ha detto “Mi piace quello che stai facendo, perchè non vieni a parlare con me a Vogue e vedremo cosa possiamo fare insieme”.
William Klein, nessuna regola!
A partire dagli anni ’50 inizia la sua carriera come fotografo utilizzando una fotocamera Leica. Essendo un autodidatta si considerava uno spirito libero e fotografava senza regole, incurante delle leggi della composizione e sfruttando ad arte l’effetto sfocato con i soggetti in movimento. Tutto questo in contrapposizione al formalismo in voga negli anni ’50, imposto dagli scatti composti ed eleganti di Henri Cartier-Bresson. Il suo motto? Va bene tutto. Nessuna regola, nessun limite.
Tornato negli Stati Uniti per collaborare a Vogue realizza il suo primo grande progetto su New York finanziato proprio da Liberman. Di questa esperienza il fotografo racconta:
Trattavo i newyorkesi come un esploratore avrebbe trattato uno zulu, cercando lo scatto più crudo, il grado zero della fotografia
Gun 1, New York – 1955

Gun 1, New York – 1955 © William Klein
Dwarf and Liquors, New York – 1955

Dwarf and liquors, New York – 1955 © William Klein
I suoi scatti, raccolti in Life is Good & Good for You in New York, rivelano immagini inedite e visivamente rivoluzionarie della città, assolutamente controverse per quell’epoca, spesso squallide e violente. Klein utilizza grandangoli o teleobiettivi per i suoi scatti ravvicinati, disordinati, pieni di vita in cui cattura il caos dell’ambiente urbano mescolandosi ad esso e fotografando in maniera istintiva, d’impulso, senza soffermarsi a pensare all’inquadratura o alla composizione. Il suo reportage di New York gli valse il premio Nadar nel ’57.
Smoke + Veil, Vogue – 1958

Smoke Veil Vogue 1958 © William Klein
Non ho iniziato a fare fotografie di moda per Vogue, sono stato finanziato da Vogue per fare questo libro su New York. Per quanto riguarda la moda Lieberman a un certo punto mi ha detto: “Stiamo finanziando queste meravigliose fotografie che stai scattando per strada ma noi siamo una rivista di moda, quindi perchè non ti cimenti con la moda?” Non avevo idea di come iniziare, Ho iniziato a guardare le riviste di moda e cosa si stava facendo. Ho scoperto Irving Penn e Richard Avedon e per me questi erano fotografi ideali. Per me è stata un’epoca d’oro.

Custode Cinecittà Roma 1956 © William Klein
In quegli anni Klein gira per il mondo per realizzare i suoi reportage nelle città più importanti. Nel 1956 è in Italia dove – mentre collabora come aiuto regista di Federico Fellini per Le notti di Cabiria – realizza un reportage fotografico su Roma con scatti genuini e ironici, affidandosi a “guide turistiche” del calibro di Pasolini, Moravia e lo stesso Fellini. Successivamente si sposta in altre città per raccontare Tokyo, Mosca e Parigi, dove ha trascorso tutta la vita.

Bikini, Moscow – 1959 © William Klein
Nina Piazza di Spagna, Roma – 1960

Nina Piazza di Spagna Roma 1960 © William Klein
Come fotografo di punta di Vogue, la sua insofferenza alle regole prestabilite lo porta a rivoluzionare e a rinnovare anche la fotografia di moda. Decide di uscire dallo studio di posa e portare le modelle nelle strade cittadine, confondendole fra la folla, creando scatti in movimento e con un’illuminazione naturale.
Ho scoperto che lavorare con un teleobiettivo era qualcosa che mi appassionava. Sono uscito in strada con queste ragazze e ho detto loro di confondersi con il traffico e la gente e quello è stato il primo vero grande incarico che mi sono dato.
Antonia Mirrors, Paris – 1962

Antonia Mirrors, Paris – 1962 © William-Klein
Qui etes vous Polly Maggoo?, Paris – 1966

Qui etes vous Polly Maggoo, Paris – 1966 © William-Klein
Negli anni ’60 William Klein inizia a interessarsi al cinema. E sarà proprio il mondo della moda ad ispirare il suo primo lungometraggio nel 1966. Who Are You, Polly Maggoo? è una satira sul mondo della moda e i suoi eccessi raccontati fra l’umoristico e il grottesco. In questi anni si dedica completamente al cinema realizzando documentari e lungometraggi fra cui il celebre Cassius Clay, Muhammad Ali, the Greatest e anche numerosi spot pubblicitari. Negli anni ’80 torna a dedicarsi alla fotografia sempre con suo sguardo anticonformista.
William Klein è morto a Parigi il 10 settembre 2022, all’età di 96 anni. I suoi scatti di street photograhy sono raccolti nei moltissimi volumi da lui pubblicati e nelle monografie a lui dedicate ma anche sul suo profilo Instagram ufficiale.
Le Petit Margot, Paris – 1968

Le Petit Margot, Paris – 1968 © William Klein
Club Allegro Fortissimo, Paris – 1990

Club Allegro Fortissimo, Paris – 1990 © William Klein
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