Gli automi meccanici hanno sempre suscitato stupore e sorpresa, in particolare nel Rinascimento quando divennero una vera e propria moda nelle Corti europee
Automi e dispositivi meccanici sono stati progettati e realizzati fin dall’antichità ma durante il Rinascimento, segnato da un grande interesse per l’innovazione, le scoperte e la tecnologia, gli automi meccanici divennero una vera e propria moda soprattutto fra i nobili. Re e Imperatori in tutte le corti d’Europa erano affascinati da automi meccanici, oggetti semoventi e meccanismi a orologeria che venivano ostentati soprattutto durante i banchetti per intrattenere e stupire gli ospiti perchè questi oggetti, per l’epoca, erano davvero strabilianti!
Una grossa spinta alla loro diffusione venne in particolare dall’applicazione della molla a spirale, studiata anche da Leonardo da Vinci nel “Codice di Madrid“. A partire dal XVI secolo, la molla a spirale permise di affrancare gli automi da una forza esterna e fornire l’energia necessaria al movimento direttamente dall’interno, dotando le macchine di un motore propulsivo a molla, funzionante grazie all’accumulo di energia meccanica rilasciata nel tempo. Con questo meccanismo da allora furono realizzati tutti gli automi e gli oggetti semoventi basati su meccanismi a orologeria.
Uno dei più noti e apprezzati creatori di oggetti e automi meccanici fu Hans Schlottheim di Augusta (1545-1625) che fu orafo, orologiaio e artigiano ma soprattutto un fine meccanico. Uno degli oggetti più incredibili da lui realizzati è il Galeone per l’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo creato nel 1585. Le navi infatti erano il simbolo del potere e della potenza militare di un paese oltre che la metafora del desiderio di scoperta e di avventura ed erano quindi un soggetto molto amato.
Questo capolavoro di ingegneria e oreficeria si può ammirare al Kunsthistorisches Museum di Vienna nell’ala della Kunstkammer, una galleria delle meraviglie dove sono raccolti oggetti sorprendenti, curiosità e prodigi della tecnica, dell’abilità e della precisione degli artisti durante l’Impero Asburgico.
Il Galeone di Hans Schlottheim, realizzato in rame, acciaio e argento dipinto, era dotato di un meccanismo meccanico posto al suo interno, che gli consentiva di muoversi lungo la tavola imbandita, annunciando il banchetto.
Sul ponte, i personaggi della banda si animavano, dando l’impressione di suonare la musica proveniente dall’interno. Gli automi suonavano trombe e tamburi e potevano eseguire diversi ritmi e partiture a seconda di com’erano impostati i pistoni interni, che ne costituivano il motore. Lo stesso Imperatore, presente sul ponte in forma di statuetta, alzava lo scettro in segno di vittoria. Come tocco finale, la rappresentazione si concludeva in grande stile con una serie di colpi di cannone sparati a salve! Con una tale meraviglia, Rodolfo II poteva davvero lasciare i suoi ospiti a bocca aperta… ed anche noi a distanza di secoli!
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