La mostra monografica su Federico Barocci a Urbino, porta in primo piano il genio di un pittore manierista che, tra innovazioni tecniche e una profonda spiritualità, ha segnato il panorama artistico del Cinquecento
Se passeggi per le strade storiche di Urbino in questi giorni, è impossibile non percepire l’eccitazione che aleggia nell’aria. È una città che vive e respira arte da secoli, e in questo momento accoglie un evento speciale: una mostra monografica dedicata a uno dei suoi figli più illustri, Federico Barocci. Non è solo una celebrazione dell’artista manierista, ma un’immersione profonda nel suo universo pittorico, intriso di colore, emozione e spiritualità.
Federico Barocci, nato a Urbino tra il 1528 e il 1535 e morto il 30 settembre 1612, è uno dei nomi che segnano il passaggio dal Manierismo al Barocco. Nonostante la sua carriera artistica si sia svolta in gran parte nella sua città natale, lontano dai centri principali dell’arte come Roma e Firenze, la sua fama ha travalicato i confini regionali e nazionali. Questo grazie a uno stile che ha saputo affascinare artisti e committenti in tutta Europa, con una pittura che unisce la grazia del disegno a una straordinaria intensità emotiva.
La Mostra, tra Sezioni Tematiche e Capolavori
In corso dal 20 giugno fino al 6 ottobre 2024 presso il magnifico Palazzo Ducale di Urbino, la mostra “Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna” rappresenta un’occasione unica per riscoprire il pittore che ha portato l’arte della Controriforma a nuove vette di espressività. Curata da esperti come Luigi Gallo, Anna Maria Ambrosini Massari, Giovanni Russo e Luca Baroni, la mostra è un viaggio emozionante che si articola in sei sezioni, ciascuna delle quali esplora aspetti diversi della carriera e dello stile di Barocci.
Fin dall’ingresso, il visitatore viene accolto dagli autoritratti del maestro: quello giovanile e quello senile. Qui, è possibile percepire l’evoluzione della sua arte e della sua visione del mondo, plasmata da anni di lavoro, studio e profonda introspezione. Non mancano i ritratti dei personaggi più influenti della sua vita, come il duca Francesco Maria II Della Rovere, suo amico e protettore. In questa sala spicca anche la Madonna della Gatta, un capolavoro che rende omaggio alla città di Urbino e al legame indissolubile di Barocci con la sua terra.
Un artista della Controriforma
Il contesto storico in cui Barocci si è formato e ha operato è cruciale per comprendere la sua opera. Era un’epoca segnata dalla Controriforma, un movimento che influenzava profondamente l’arte, spingendo i pittori a creare opere di forte impatto emotivo e religioso. Barocci non solo si inserisce in questo filone, ma lo innova con uno stile tutto suo, caratterizzato da una luce spirituale che attraversa le sue tele come un filo conduttore.
Uno dei punti forti della mostra è il focus sulle sue pale d’altare, dove Federico Barocci mostra la sua maestria nel trattare la luce e il colore. Opere come la Deposizione per la cattedrale di San Lorenzo di Perugia o la Madonna di San Simone presentano tonalità cromatiche che sfidano le convenzioni dell’epoca, con giochi di luce che preannunciano le innovazioni del Barocco. È un Barocci capace di inserire un realismo intimo e quotidiano nelle scene sacre, rendendole incredibilmente accessibili e toccanti.
Innovazione tecnica e spiritualità
Barocci è stato un innovatore sotto molti aspetti. Non solo ha affinato la sua tecnica pittorica fino a raggiungere una morbidezza di sfumature paragonabile allo sfumato leonardesco, ma è stato anche un pioniere nell’uso dei pastelli e degli schizzi a olio, strumenti che gli permettevano di catturare la luce e i movimenti con una precisione straordinaria.
Questo è particolarmente evidente nella sala dedicata alla grafica, dove è possibile ammirare una vasta selezione di disegni e cartoni. Con oltre 2000 schizzi a noi pervenuti, Barocci è uno degli artisti che ha lasciato più studi preparatori, a testimonianza della sua meticolosità e della sua instancabile ricerca. Ogni opera nasceva da un processo creativo estremamente complesso, che partiva da innumerevoli studi gestuali, di prospettiva e di colore.
Un’opera emblematica in tal senso è la Madonna del Popolo, purtroppo non in mostra ma conservata agli Uffizi di Firenze. Questo dipinto è un vortice di emozioni, popolato da una grande varietà di personaggi, ognuno reso con un’attenzione ai dettagli e una vitalità che lo fanno sembrare quasi reale. È l’espressione perfetta dell’arte di Barocci, capace di coniugare la grazia delle figure con la forza del sentimento religioso. Se Barocci è stato spesso definito un precursore del Barocco, questo è evidente non solo nel suo uso della luce e del colore, ma anche nella sua capacità di trasmettere un’emotività intensa attraverso le sue opere.
Federico Barocci a Urbino, la mostra da non perdere
La mostra alla Galleria Nazionale delle Marche, rappresenta non solo un tributo al genio di un artista che ha saputo coniugare tecnica, spiritualità e innovazione, ma anche un viaggio nel cuore dell’arte italiana del Cinquecento. Le opere esposte ci parlano di un Barocci che, nonostante le sue fragilità fisiche e il volontario isolamento a Urbino, è riuscito a influenzare l’arte europea, gettando le basi per il Barocco e affascinando artisti come Rubens, Van Dyck e Murillo.
L’allestimento della mostra è curato nei minimi dettagli, offrendo un percorso chiaro e stimolante. Le opere sono disposte in modo tale da creare una narrazione fluida che permette di apprezzare il processo creativo di Federico Barocci, dalle prime bozze fino ai dipinti finiti. Ogni sala riesce a catturare l’essenza del pittore, svelando aspetti nascosti e inediti del suo lavoro, restituendo al visitatore una visione completa e appassionante. Che tu sia un amante dell’arte o un curioso alla ricerca di emozioni visive, questa mostra offre l’opportunità di entrare in contatto con uno dei più grandi maestri del Rinascimento, in un contesto – quello del Palazzo Ducale di Urbino – che ne amplifica la bellezza e la portata storica.
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