Attrazione e repulsione, fascinazione e disgusto, le sculture iperrealiste di Ron Mueck o si amano o si odiano.
Ron Mueck è senza dubbio il più noto e acclamato scultore iperrealista contemporaneo.
Nato in Australia, da anni lavora in Gran Bretagna e le sue opere sono esposte in tutto il mondo. Gli inizi della sua carriera nel mondo della televisione e del cinema, come animatore di pupazzi per bambini o animatronics nel film Labyrinth, lo hanno sicuramente indirizzato sulla strada della pura espressione artistica, cercando costantemente di raggiungere un livello di realismo sempre più spinto alla ricerca della perfezione del dettaglio (iperrealismo) e arrivando persino a utilizzare i suoi stessi capelli nella scultura Dead Dad del 1996.
Lavorando con materiali come resine, silicone, fibre di vetro e molti altri, Ron Mueck mira a ricreare pelle, capelli, unghie, in modo assolutamente realistico e perfetto con una cura maniacale per i più piccoli dettagli. Il disagio di fronte a queste sculture quindi è grande perchè all’estremo realismo delle figure si contrappone un inquietante fuori scala, disturbante e sconcertante.
Corpi giganteschi o miniaturizzati creano una sensazione di disagio nello spettatore.
Più che una critica all’imperante stereotipo della bellezza, le sculture di Ron Mueck gettano una luce impietosa sulla caducità del corpo umano, sulla sua imperfezione e fragilità e sui suoi difetti e debolezze.
L’arte deve provocare qualche tipo di emozione, se lascia indifferenti non è arte!
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