Visi celati da strati di fumetti di supereroi rappresentano l’identità femminile imprigionata dentro stereotipi sociali e culturali
Sandra Chevrier è una bravissima pittrice canadese laureata in Arti Visive e Mediatiche all’UQAM di Montreal. Fin da piccola ha iniziato a disegnare e dipingere con un tratto prettamente figurativo ma la sua originalissima serie di ritratti di donne “Cages” è un passo avanti e una novità nel suo stile, introducendo anche la tecnica del collage all’interno delle sue opere.
Una serie di bellissimi quadri nata quasi per caso, per puro divertimento e un po’ per volta: un giorno insieme al suo bambino Sandra Chevrier ha iniziato a colorare per gioco alcuni suoi disegni, applicandovi sopra pesanti tratti di vernice acrilica. Molto soddisfatta del risultato, ha cominciando da allora a lavorare in questa direzione. Successivamente, cercando di trovare un utilizzo a un gran numero di libri a fumetti che aveva in casa, ha iniziato a sperimentare la tecnica del collage sui suoi ritratti di donna.
Con evidenti riferimenti alla pop art, è nata così la serie “Cage“, una sorta di denuncia sociale il cui obiettivo è quello di rappresentare le gabbie intangibili all’interno delle quali sono rinchiuse le donne, gabbie imposte dai luoghi comuni proposti dalla cultura e dalla società che chiede loro una irragiungibile perfezione.
Sandra Chevrier vuole sottolineare che le donne sono vittime di una percezione sbagliata e irrealistica di un mondo che ha aspettative altissime e chiede loro di essere come i supereroi, delle Wonder Woman in carne ed ossa!
Brandelli di fumetti ricoprono i visi di donne che non sono libere di essere se stesse ma sono imprigionate in un concetto di bellezza distorto e artificiale, che costringe in una gabbia la loro vera identità. Solo gli occhi riescono ad emergere, occhi estremamente espressivi che lasciano trapelare le loro emozioni.
Occhi che, in questo caso più mai, sono il vero specchio dell’anima.
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