Angelica Garcia inganna l’osservatore con effetti visivi stranianti e poetici.
A un primo sguardo i ritratti di Angelica Garcia sembrano quadri dipinti.
Ma Angelica Garcia è una fotografa e le originalissime immagini che realizza sono in realtà delle semplici fotografie. A questo punto si crea però un ulteriore equivoco perchè si potrebbe pensare che gli stranianti effetti che deformano i suoi protagonisti siano una manipolazione digitale fatta al computer.
Invece no: tutte le immagini sono alterate manualmente con una tecnica molto personale.
Questi scatti sono parte del progetto personale “Emptiness” in cui l’artista venezuelana esplora il concetto di vuoto.
Le foto sono stampate una prima volta, modificate a mano agendo sulla loro superficie e poi fotografate nuovamente nel momento in cui cambiano, così da creare questi stranissimi effetti.
Nelle parole dell’artista: “Everyday I lose you… time, You are like water that slips away from me. Presence. Moment. Movement. How can I do to show how you run from me? How can I show that even if I frezze you, then you aren’t the same? How if I steal your essence, I don’t have you anyway? Strange presence… Emptiness.”
Angelica Garcia sembra voler rubare l’essenza dei soggetti, persone che cambiano in ogni momento, che non sono mai le stesse e che scorrono via lasciando un senso di vuoto.
I ritratti sono indistinti, i volti non sono riconoscibili perchè non è possibile in questo eterno e incessante mutare, cogliere l’essenza dell’essere.
Il risultato è davvero bellissimo, inquietante e poetico al tempo stesso.
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