Tokyo Compression di Michael Wolf


Tokyo Compression rappresenta un inferno urbano privo di spazi vitali e di libertà.

Life is hard and so am I, you’d better give me something so I don’t die…” cantavano gli Eels qualche anno fa e la vita sembra davvero dura per i protagonisti degli scatti di Michael Wolf. Il fotografo tedesco, è attratto e quasi ossessionato dalle metropoli e dalle megalopoli, dalla loro architettura e dalle condizioni di vita in cui ci si trova.
La sua attenzione si concentra in particolare sugli aspetti più claustrofobici e inquetanti della vita delle persone: sovraffollamento, perdita dell’identità, solitudine, alienazione, stress

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La serie di fotografie Tokyo Compression del 2010, ormai celebre, ne è un perfetto esempio.
Con la sua macchina Michael Wolf immortala i passeggeri “imprigionati” nella metropolitana di Tokyo, forzatamente stretti gli uni agli altri, privati dello spazio vitale. Anche l’inquadratura di questi scatti si adatta alla condizione dei passeggeri per rafforzare la sensazione di disagio:  stretta sui volti sofferenti e rassegnati, è chiusa sui dettagli e non lascia spiragli, allo stesso modo in cui queste persone sono rinchiuse nei vagoni senza nessuna possibilità di liberarsi.
Il fotografo tedesco Michael Wolf rappresenta con Tokyo Compression un contemporaneo inferno urbano dove gli esseri umani sono privati del loro spazio vitale e della loro libertà mostrando quanto siano fragili le loro piccole vite nell’oceano sconfinato e iperpopolato della metropoli.

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