Artista e ingegnere informatico, Sergio Albiac crea opere di arte generativa portando alla luce la bellezza del codice
“Il codice è arte.” E’ il motto di Sergio Albiac, visual artist di Barcellona. Appassionato d’arte e con una laurea in ingegneria informatica, nel 2008 ha iniziato un percorso di sperimentazione artistica che l’ha portato ad approdare alla cosiddetta arte generativa.
Con questo termine si intendono opere generate automaticamente attraverso l’uso di un software appositamente scritto, in cui l’artista è autore dell’idea e delle regole di riproduzione ma non dell’esecuzione materiale, demandata appunto al computer. Sergio Albiac scrive personalmente il codice del software che utilizza per realizzare le sue opere di arte digitale e spiega così la sua idea:
La vita è limitata. La creatività no. Un artista ha il potenziale per creare infinite opere d’arte, ma solo alcune vedranno la luce a causa della limitatezza del tempo. Che cosa succederebbe se usassimo la tecnologia per esternalizzare la creazione dell’arte in modo che queste potenziali opere d’arte fossero finalmente create? Modellare le decisioni artistiche in un software fornirebbe un assistente generativo che potrebbe sopravvivere anche all’artista nella realizzazione di opere significative di arte visiva.
Questo progetto è un primo esperimento intorno a questo concetto.
Da queste riflessioni è nata la serie di ritratti Stardust, un esperimento di arte generativa che ha coinvolto il pubblico di Internet per 9 mesi. Gli utenti in rete hanno inviato le loro foto all’artista che ha utilizzato il suo speciale software per rielaborare i ritratti utilizzando le immagini di stelle e galassie riprese dal telescopio spaziale Hubble. Il progetto ha portato alla realizzazione di oltre 15.000 ritratti eterei e sognanti, che si possono ammirare sulla pagina Flickr Stardust Portrait.

Sergio Albiac – Stardust Portraits, ritratti di arte generativa

Stardust Portraits – Ritratti di arte generativa di Sergio Albiac
Sergio Albiac riflette sul tema del ritratto
Un tempo riservato a persone ricche, importanti o famose, nell’era del digitale e dei selfie l’idea del ritratto è ormai super inflazionata. Ma può ancora avere un senso nella nostra epoca puntando su esperienza ed eccellenza per trovare un equilibrio fra tradizione e tecnologia. E’ nato così nel 2016 l’esperimento I Am in cui l’obiettivo dell’artista era di utilizzare il software per rivelare la vera identità delle persone. Ogni soggetto era invitato a descriversi e a parlare di se e la sua voce era registrata e trascritta in tempo reale. Il testo era poi completato con brani letterari o filosofici associati su base semantica. Il ritratto finale era realizzato utilizzando frammenti di questi testi, abbinati a tipografia casuale, ciascuno diverso dall’altro.

Sergio Albiac – I Am, ritratti di arte generativa
Nonostante la diffusione di software generativi e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il ruolo dell’artista è ancora valido, per la capacità di creare opere originali e significative frutto di una creatività tutta umana. Le idee di Sergio Albiac infatti spaziano in ambiti diversi e come artista non smette mai di sperimentare nuove modalità espressive e nuovi stili, come racconta sul suo sito personale:
Sono un artista visivo che usa mezzi tradizionali e codice generativo creato al computer. Bellezza, contraddizioni, ricerca di significato, l’illusione del controllo in un mondo sostanzialmente governato dalla casualità e l’elusiva natura delle emozioni sono idee ricorrenti nel mio lavoro. Non mi sento costretto a un singolo mezzo o stile. Uso sia i media tradizionali sia i nuovi media per esprimere la mia visione artistica. Sono guidato dall’incertezza, dall’intuizione e dalla passione e voglio stimolare nell’osservatore risposte alternative a vecchie domande o meglio, nuovi dubbi.

Sergio Albiac – The geometry of memory

A Sergio Albiac è stata commissionata la realizzazione di due ritratti di arte generativa per l’uscita della versione CS6 della Creative Suite Adobe
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