Sostanze psicotrope e allucinogeni non c’entrano, è solo la fantasia ondivaga dell’artista James Jean a produrre le opere di arte psichedelica che l’hanno reso celebre
Il movimento dell’arte psichedelica si sviluppò a cavallo fra gli anni ’60 e ’70 come espressione della controcultura, cercando di trovare mezzi di espressione artistica estatica e spirituale che andassero oltre la lucida coscienza, per rappresentare il mondo interiore attraverso l’uso di sostanze allucinogene.
Ma tutto questo non ha niente a che vedere con James Jean, giovane artista nato soltanto nel 1979 a Taipei, Taiwan. Dopo essersi laureato alla Scuola di Arti Visive di New York si è trasferito a Los Angeles dove attualmente vive e lavora. Ha ottenuto fama e notorietà come illustratore all’inizio della sua sfolgorante carriera, lavorando per marchi prestigiosi come DC Comics, Prada, Rolling Stone e Time prima di decidersi a fare il grande passo e dedicarsi esclusivamente alla sua interpretazione personale dell’arte psichedelica.
Oggi James Jean è uno dei pittori contemporanei emergenti più apprezzati.
Dal 2008 realizza le sue tele fondendo elementi contemporanei con la tradizione visiva del passato e sperimentando con riferimenti a diversi stili e periodi storici. Si ispira alla pittura cinese, alle stampe giapponesi e alla pittura nordica rinascimentale, con un occhio anche ai poster pubblicitari vintage, alle tavole anatomiche e ai fumetti. Il risultato sono opere assolutamente personali lisergiche ed eclettiche, fatto di forme fluide e dinamiche e colori acidi e contrastanti.

Udon II
Il fantastico mondo del subconscio prende forma…
Alcuni quadri di James Jean sembrano dipinti sotto l’influsso di droghe psichedeliche.
I suoi dipinti sono carichi di elementi eterogenei e fantastici che prendono forma in immagini caotiche e surreali. Immagini che sembrano scaturire direttamente da uno stato di coscienza lisergico, un tuffo nel subconscio dell’artista. Particolarmente incline alla sperimentazione, James Jean utilizza elementi della cultura pop e richiami alla mitologia e all’allegoria per creare un mondo onirico, spesso cupo e disturbante.
“Non ho mai dipinto quando ero bambino e ciò non è accaduto fino all’università. Ma ho sempre disegnato e scarabocchiato sui margini. Volti, corpi in torsione, motivi astratti. Quando avevo 13 anni, ho letto il mio primo fumetto e sono rimasto affascinato dall’anatomia e dal modo in cui gli artisti potevano descrivere diverse superfici e materiali con linee inchiostrate, dal modo in cui le vene avrebbero corso sui legamenti stretti attraverso lo spandex o il modo in cui un corsetto avrebbe catturato la luce riflessa.”
Guardare queste opere d’arte psichedeliche è come trovarsi a fluttuare in un flsso incessante di idee che trovano un senso solo nella mente dell’artista e nel suo personale simbolismo. L’aspetto narrativo è sempre molto forte e osservando i quadri di James Jean, anche senza conoscerne il significato, è possibile perdersi per immaginare storie infinite.
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Adrift II – Alcuni quadri di James Jean sembrano dipinti sotto l’influsso di droghe psichedeliche

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