John Pugh è il maestro delle illusioni ottiche e i suoi trompe l’oeil non solo ingannano l’occhio ma coinvolgono lo spettatore con scene incredibili
John Pugh è un artista americano famoso per i suoi trompe l’oeil giganti che confondono il confine fra pittura e architettura. Pugh ha iniziato a creare i suoi murales fin dal 1970 e nel corso degli anni ha realizzato oltre 250 commissioni dedicandosi soprattutto all’arte pubblica, ed eseguendo alcuni fra i su suoi murales più belli in mezzo mondo: negli Stati Uniti, in Canada, in Messico, in Giappone e tante altre località…
“Creare un ‘senso del luogo’ è fondamentale. È importante per me, come artista, studiare l’area e la sua comunità, formulando concetti basati su diversi punti di vista storico, ambientale e culturale. Se il murale può servire a educare sulla cultura e il patrimonio di un luogo, metterà radici e diventerà l’orgoglio di quel posto.”
I trompe l’oeil di John Pugh ingannano lo spettatore mostrandogli scene incredibili
Un colonnato greco all’interno di una parete diroccata (dipinta anche lei), una camera mortuaria egizia perfettamente realistica o una giantesca onda marina alta quanto l’intero edificio… per non parlare di mostri preistorici che sfondano le pareti come fosse carta. Questi murales 3D catturano l’immaginazione e invitano lo spettatore ad osservare con più attenzione per scoprire particolari e dettagli alla ricerca di nuovi livelli di significato.
John Pugh infatti non è un semplice esecutore di trompe l’oeil decorativi ma ha definito il suo stile come “illusionismo narrativo“. Non si limita a ingannare l’occhio ma vuole catturare anche l’immaginazione combinando le tecniche delle illusioni ottiche con la rappresentazione di elementi narrativi e concettuali dal preciso significato.
“Mi piace giocare con la composizione del murales in modo che i livelli si sviluppino in sequenza, creando una narrazione multi-dimensionale e richiedendo esplorazione. Mi piace anche trattare i livelli come musica, comporre col colore, la struttura e la forma per creare sovrapposizioni melodiche e sfumature. In fin dei conti l’obiettivo del murale è quello di evocare nuovi sentimenti e percezioni ed evocare un senso di connessione fra l’opera, noi, e il mondo che ci circonda.”
Guardando questo trompe l’oeil sembra davvero che un qualche evento disastroso abbia distrutto le pareti dell’edificio. Solo a uno sguardo più attento ci rendiamo conto che non solo l’architettura e le statue, ma anche le macerie e persino la donna che si sporge a guardare, sono solo dipinti!
Grazie a immagini estremamente dettagliate e ad eleborate tecniche prospettiche, l’artista crea un effetto tridimensionale assoutamente realistico, dando l’illusione della profondità sulla superficie piana della parete.
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