Attraverso la ricerca del momento perfetto e sperimentando continuamente in camera oscura, Ray K. Metzker ha spostato i limiti della fotografia in bianco e nero per oltre 50 anni
Ray K. Metzker è stato uno dei grandi fotografi americani, conosciuto principalmente per le sue originali sperimentazioni con la fotografia in bianco e nero. Le sue immagini giocano su forti contrasti di luci ed ombre tanto da risultare spesso quasi astratte.
Nato nel 1931, la madre gli regala la sua prima macchina fotografica a 12 anni e lui inizia a sviluppare foto nella sua cameretta. Metzker fu profondamente influenzato dai suoi studi al Chicago Institute of Design, il “New Bauhaus” americano fondato nel 1937 da Moholy-Nagy, e ciò si rivela particolarmente nello stile prettamente grafico delle sue immagini.
Per oltre 50 anni ha continuato a innovare spesso lavorando in camera oscura, seguendo solo il suo instancabile desiderio di novità. Nel corso degli anni le sue fotografie in bianco e nero hanno subito ogni tipo di trattamento: montaggi, giustapposizioni, doppie esposizioni o esposizioni multiple, senza limiti alla sua creatività.
Contrasti netti e sperimentazioni in camera oscura
Grazie a un talento particolare nell’osservare la vita di strada e di cogliere con lo sguardo le situazioni più interessanti, Ray K. Metzker era in grado di catturare giochi di luci ed ombre nel momento in cui linee e piani contrapposti creavano un equilibrio effimero di positivo e negativo. Contrasti netti di bianco e nero.
Ray K. Metzker usava luci ed ombre come i suoi personali pennelli per dipingere la sua realtà con la macchina fotografica, concentrandosi su pochi elementi: pedoni solitari, ridotti a semplici silhouettes, e spazi urbani trasformati dal sole e dalle ombre, sintetizzando l’immagine per lasciare solo l’essenziale, la forma della luce.
“Prima guardo bene, con attenzione e poi uso la macchina fotografica per inquadrare, seguire e mettere a fuoco quello che si muove, il flusso delle persone che appaiono, scompaiono, vibrano.”
Una visione artistica che interpretava la realtà della vita moderna attraverso l’espressività del mezzo fotografico. Un lavoro di ricerca e sperimentazione che il fotografo portava avanti soprattutto nella camera oscura, con invenzioni formali come il ritaglio, la sovrapposizione di più negativi o le immagini multiple composte con la giustapposizione di diversi fotogrammi.
Il risultato sono immagini astratte che spesso risultano misteriose e incomprensibili a un primo sguardo portandoci a chiederci cosa stiamo realmente guardando. Ma altrettanto affascinanti e ipnotiche.
Per Metzker la fotografia era un modo di essere, un stile di vita. Non si dedicò mai alla fotografia commerciale, voleva solo la libertà di sperimentare. A partire dagli anni ’60 le sue fotografie sono state esposte in gallerie d’arte in tutto il mondo e in oltre 50 mostre personali retrospettive e pubblicate su inumerevoli libri fotografici. E’ morto nel 2014.
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